Sono ancora nascosta tra le fronde di quest’albero scelto a casaccio due anni fa.
In questi anni a volte sono scesa. Ho mangiato. Ho sorriso. Ho leggiucchiato. E sono sempre tornata in questo rifugio.
È bello rimanere sospesi e sicuri.
Il vento asciuga le mie lacrime e mi culla cantando.
Ma non è una ninnananna.
Il vento mi sussurra instancabile qualcosa che non posso più ignorare.
Il dolore non passerà e tu non sarai mai pronta.
Non ho voglia di scendere, ma devo farlo.
Devo respirare, scivolare giù e camminare nella stessa direzione in cui stavo andando prima.
Senza correre e senza tornare indietro.
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